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Sostituzioni ossee

La sostituzione ossea è la strepitosa soluzione degli ultimi anni per i vari trattamenti applicati nei vari campi dell’odontoiatria, chirurgia orale per il trattamento dei difetti ossei guarenti molto al lungo o non guarenti affatto.

Questi difetti possono formarsi a causa di traumi, tumori, cisti, malattie ossee per mancanza dei denti. La causa più frequente del calo della quantità ossea è la rimozione dei denti. Dopo l’estrazione dentale in più o meno tempo al posto del/i dente/i allontanato/i il tessuto dell’osso mascellare incomincia ad atrofizzarsi. La causa di ciò è la scomparsa dello stimolo meccanico. In assenza di denti l’osso intorno alle radici non è caricato durante la masticazione, così la zona non usata incomincia ad atrofizzarsi. Con il passare degli anni al posto dei denti estratti si denota una notevole carenza ossea: si diminuisce sia l’altezza sia lo spessore. L’osso inizialmente ideale si atrofizza in una lastra ossea piatta, sottile come una lama. Questo rende difficile se non impossibile la stabilità della protesi rimovibile, d’altronde non permette l’inserto implantologico.

Sostituiamo l’osso in quei casi, in cui per l’inserto implantologico: lo spessore o l’altezza della parte mascellare non è adeguato/a; quando l’altezza tra la base del seno mascellare e il dorso mascellare superiore non è sufficiente per la stabilità degli impianti, e quando dopo l’estrazione dentale subito effettuiamo l’inserimento dell’impianto e lo spazio tra l’alveolo dentario e la radice artificiale supera i 1,5 mm.

La rigenerazione ossea può essere stimolata con trattamenti sistematici e localmente con l’impianto di materie sostituenti l’osso. Negli ultimi anni è stato introdotto l’utilizzo ad ampio raggio di materiali di origine umana, animale e sintetico.

I diversi tipi di sostituzione ossea:

  • Orizzontale (per allargare la mascella)
  • Verticale (per innalzare la mascella)
  • Sinus lift /sinus elevatio (l’innalzamento della base del seno mascellare)
  • Peri-impiantale (attorno agli impianti)
  • La combinazione di tutti questi
  • Riempimento dei difetti ossei (cisti, mancanza ossea)

Materiali adatti per la sostituzione ossea:

  1. Osso proprio– così detto osso autologo – stimola eccellentemente la rigenerazione dell’osso assottigliato. Lo svantaggio è che per recuperare l’osso proprio occorre un altro intervento, che può causare scomodità per il paziente; bisogna calcolare anche possibili effetti collaterali e l’intervento stesso richiede più tempo e costa anche di più.
  2. Di origine di un’altra persona – allogeno – l’uso non è diffuso in Ungheria.
  3. Osso di origine animale – xenogeno – p. es.: Bio-Oss, è uno dei materiali per la sostituzione ossea più diffusa.
  4. Osso sintetico – alloplastico – a questo gruppo appartengono materiali usati su larga scala. Tali sono i fosfati di calcio, idrossidi di apatite.

Pretesa importante per i materiali sintetici è che siano bio-compatibili, cioè non abbiano alcun effetto dannoso per l’organismo, non innescano delle reazioni tessutali e nemmeno durante la loro dissoluzione producano materiali tossici. I materiali oggi usati corrispondono perfettamente alle pretese sopra descritte.

Tecniche d’intervento per sostituzione ossea:

  • Sostituzione ossea in concomitanza con l’implantologia:

    è fattibile se tra l’estrazione dentale e l’implantologia non intercorre molto tempo (al massimo sei mesi). In questi casi, durante i processi biologici si atrofizza solo una minima parte dell’osso. La sostituzione ossea è fatta contemporaneamente con l’innesto degli impianti, e dobbiamo sostituire solo una quantità ossea minima a causa dell’atrofizzazione ossea. Con questo metodo, in genere per la sostituzione ossea utilizziamo materiale estraneo, di regola di origine animale. Il materiale estraneo per la sostituzione ossea è preparato da ossa suine, sottoposte a una sterilizzazione multi-fase, in condizioni severamente controllate. L’osso completamente inorganico così prodotto assomiglia alla struttura ossea umana in maniera ingannevole, anche osservato al microscopio ed è adatto all’utilizzo umano.

  • Sostituzione ossea precedente all’implantologia – la tecnica in due fasi:

    In quei casi, quando è passato molto tempo(più di 2 anni) tra l’estrazione dentale e la riabilitazione odontoiatrica, e in genere abbiamo di fronte una grave carenza ossea. In questi casi occorre la sostituzione di una grande quantità ossea, che non possiamo sostituire solo con materiale estraneo per cui usiamo l’osso proprio del paziente. Misceliamo l’osso proprio con materiale – per la sostituzione ossea – estraneo. Inseriamo questa miscela al punto interessato dalla carenza ossea, e lo proteggiamo dall’assorbimento con una membrana speciale o con una retina in titanio.

La parti adatte per il recupero di osso proprio:

  1. La parte al di sotto degli incisivi inferiori della punta del mento
  2. L’angolo della mascella
  3. La parte ossea posizionata dietro gli ultimi molari superiori
  4. In casi rari recuperiamo l’osso proprio dalla parte posteriore dell’ala dell’ileo o dalla parte posta sotto il menisco della tibia, con un intervento chirurgico in ospedale.

Come avviene la sostituzione ossea:

L’intervento avviene in anestesia locale, ma naturalmente – secondo il Suo volere – può essere fatto in anestesia cosciente.

Nel punto adeguato (ci orientiamo in base alla radiografia)facciamo delle incisioni nelle gengive, rimuovendo la gengiva dall’osso, preparando un lobo. In caso di minore carenza ossea adottiamo solo materiale per la sostituzione ossea, in caso di una carenza maggiore il materiale per la sostituzione è miscelata con sangue proprio prelevato dalla zona d’intervento o con il plasma ricco di trombociti il così detto PRP, inoltre con truciolo dell’osso proprio e viene posizionato sulla zona d’intervento ove viene ricoperto con la membrana al collagene (Lyoplant®, Bio-Gide®, Hypro-Sorb®, Osteo-Biol Evolution®). I bordi gengivali vanno riuniti con punti di sutura che non si riassorbono. La rimozioni di questi avviene dopo ca. 7 giorni. Dopo gli interventi per la sostituzione ossea occorrono minimo 6 mesi per la guarigione, ma può capitare anche 1 anno, finché il materiale sostitutivo so ossifica con l’ambiente circostante e diventa parte dell’organismo.

Adottando la tecnica in due fasi solo in seguito si può svolgere l’intervento d’implantologia. Dopo l’operazione ci vogliono altri 3-6 mesi affinché gli impianti diventino parti dell’organismo. L’ossificazione dell’impianto (radice artificiale) è seguita dalla preparazione della sovrastruttura (corona, ponte, sostituzione dentale lamellare) per cui occorrono altre settimane.

L’intervento è lungo, ma se si osservano le prescrizioni necessarie, porta i suoi frutti. Alla fine dei trattamenti riguadagna il Suo sorriso perfetto e sano.

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